La parola rito è spesso dimenticata, la si associa al passato.
Ma oggi più che mai è necessaria: nell’educazione dei figli ma anche nel benessere psico-fisico e nella crescita e sviluppo personale.
Quando pensiamo ai riti ci vengono in mente celebrazioni, magie con le mani, miti e leggende famose, religione….
In un tempo che oramai non ci appartiene più.
Lavoro come pedagogista che si occupa di cicli di vita e di pedagogia trasformativa e mi accorgo sempre più quando l’assenza di riti e ritualità giornaliere possa “sradicarci” dal qui ed ora e farci sentire in balia e come questo tipo di assenza ci allontani gli uni dagli altri ma anche da noi stessi, dai nostri bisogni di base..
Non abbiamo più punti di riferimento, ci sentiamo smarrite pur sapendo di essere connesse a qualcosa di più grande.
Proprio per questo, spesso il sapere deve tramutarsi in azione, in momenti piccini di azioni per noi stesse, che a me piace chiamare riti personali.
Ti assicuro che non è difficile, basta solo prendere il ritmo e riconoscerne il valore!
Il rito serve proprio a questo: farmi sapere dove sono, come donna, come mamma, durante le mie giornate, nel mio ciclo di vita, nel tempo che passa e che va vissuto con pienezza e ricchezza.
I riti in passato erano davvero di tantissimi tipi, perlopiù in un versante che includeva la società:
- riti di iniziazione,
- riti di passaggio,
- riti propiziatori,
- riti cerimoniali,
- riti funebri…
Per di più il tempo era scandito da riti stagionali, connessi alla vita nei campi, al vivere a contatto con la natura.
In pedagogia ti offro semplicemente dei riti personali che ti facciano stare bene, radicata nel qui ed ora nelle tue giornate, connessa a ciò che è fuori ma anche dentro di te.
Se sei mamma o ti sei occupata di bimbi piccini sai bene quanto il “rito della nanna” possa essere un valido aiuto su come far addormentare un neonato: offre sicurezza alle loro giornate e permette di decantare prima di abbandonarsi al sonno.
Col tempo diventa una necessità, un bel momento di cui non si può fare a meno, lo so bene: so di essere una mamma di due preadolescenti che ancora richiedono il rito della buonanotte, ma alla fine sono figli miei!!
La necessità è quella di riappropriarsi di abitudini benefiche, per radicarsi nel presente e che ti donino benessere psico-fisico e tranquillità.
Non ci sono riti uguali che “vanno bene per tutti” e di sicuro all’inizio richiedono un po’ di tempo per divenire routinari ed efficaci ma la partenza è proprio chiedersi:
- cosa mi fa stare bene?
- quando ho bisogno di tempo per me?
- quando iniziare?
Cosa ti fa stare bene?
Passeggiare nel bosco, un bagno caldo, un massaggio, l’aperitivo ogni primo del mese con l’amica del cuore…
Quando ho bisogno di tempo per me?
Chiediti quando e per quanto tempo ti serve quello spazio di benessere psico-fisico, calendarizzalo e prenditelo, senza se e senza ma.
Quando iniziare?
Subito, immediatamente.
Magari uno spazio piccolo ma che sia sempre quello e a cui non rinunci per nessun motivo.
Personalmente quello che mi fa stare davvero bene è ritualizzare ogni stagione con azioni efficaci che contribuiscano al mio benessere psico-fisico:
- la calma ed il ritiro invernale, ed il lavoro a maglia
- il risveglio e le passeggiate in primavera
- il lavoro a contatto con la natura in estate
- gli ultimi viaggi e dedicarmi ai pensieri in autunno.
Pensa bene e scegli!
Creati un rito di benessere psico-fisico ad iniziare da questa primavera! E se vuoi fammelo sapere qui nei commenti!
Hai timore di non riuscire a portare avanti un’abitudine benefica? Di iniziare e poi perderti?
Ti accompagno io! Prova a curiosare il percorso di crescita personale lungo il filo dell’anno: https://www.coraerba.it/percorsi-trasformazione/
Gli incontri sono in promo fino a fine mese.
Scrivimi dal bollo verde su whatsapp per fissare una call conoscitiva gratuita!
Immagini da pixabay