Oggi non si parla più di educazione alla sessualità, prima si è virato verso l’educazione all’affettività, poi basta.
I nostri figli nelle scuole incontrano “esperti”, magari dei medici, ricevono teoricamente tutte le informazioni con dei gran discorsi sulla prevenzione malattie sessualmente trasmissibili (che comunque sono in aumento) e poi basta.
E dimenticano.
Perché ogni apprendimento trasformativo per essere efficace deve venire mediato dalle emozioni, se queste non intervengono, i ragazzi dimenticano.
Insomma legare emozioni e apprendimento ai racconti, alle sensazioni e percezioni di sè e degli altri. Chiaro.
Molti di noi genitori si nascondono dietro al “abbiamo un bel rapporto genitori-figli, se serve chiederà…”, poi le informazioni arrivano veloci su Tiktok che si ritiene più attendibile dell’imbarazzo di mamma e papà.
Ci sono pochissimi progetti ad oggi, destinati a preadolescenti, adolescenti e giovani che leghino empatia ed intelligenza emotiva a scuola, con l’educazione all’affettività e l’educazione alla sessualità.
E, mi dispiace dirlo, i rischi sono immensi, spesso legati alla vita reale o al web, dove tutto è spersonalizzato ed una foto dei tuoi piedi con una scarpa col tacco può valere 50 euro.
Il sesso non è più relazione, quanto visione rapida e veloce.
Non più mediata dal desiderio, dall’immaginazione, dalla pulsione, che porta verso la relazione con l’altro.
Affettività e sessualità nell’adolescenza non vengono più vissute nell’immaginario ma nell’immagine del tutto ed ora.
Da genitori od educatori, lo sentite il rischio di tutto ciò, vero?
“Come faccio a parlargliene?”
“Quando è il momento giusto?”
“Che parole usare?”
“E se non ascolta?”
Queste alcune delle domande che i genitori nelle consulenze pedagogiche mi pongono…
Ovviamente non c’è una risposta giusta per tutti, varia in base all’età, alla dinamica, alla situazione, al carattere ed al temperamento dei figli.
Il consiglio è di parlarne il prima possibile, certo non si parla di rapporto sessuale a tre anni!
Lì si può parlare di corpo, di sensazione, di concetto di “parte privata”.
Alla scuola primaria si può parlare di amicizia, di emozioni che proviamo quando stiamo accanto ad altri, magari proprio a quel bimbo o quella bimba.
Per poi arrivare alla preadolescenza ed affrontare un corpo in rapidissimo cambiamento e le domande più toste, vere e magari che possono creare imbarazzo.
Come parlarne? Dipende un po’ dai vostri figli: alcuni chiedono info più pratiche, altri sono più sull’emotivo, sull’esperienza.
Non date consigli, andate nei vostri ricordi e rievocate quelle specifiche emozioni: saranno ganci bellissimi per costruire un dialogo aperto e sincero.
Pochi sentono ancora che amore e sessualità vadano a pari passo e questo, nella nostra società tutta immagine e velocità, va riconquistato.
Il segreto è iniziare a considerare affettività e sessualità nell’adolescenza come parti normali della vita, catalogarle fra i bisogni fisiologici ma intimi e privati di una coppia e parlarne come un “semplice aspetto della vita, fatto di farfalle nello stomaco”.
Mio figlio mi ripete che “parli di amore e sessualità come se fossero una cosa quotidiana e normale!”. “Lo sono”, gli ripeto!
Ovviamente, lui tredicenne, non è ancora in grado di capire appieno quest’affermazione ma insisto con loro su un aspetto che entrerà a far parte delle loro vite quando meno se lo aspettano, sperando sia sempre mediato dalle emozioni.
Questo lo ripeto in continuazione.
Racconto storie, li faccio emozionare, guardo con loro film, dove lei coglie l’emotivo e lui il pratico… Insomma un’ottima squadra.
Contestualizzo quello che vedono e sentono, magari le informazioni “vaghe e sconclusionate” trovate chissà dove.
La sessualità e le emozioni vanno narrate in famiglia, nella famiglia come luogo sicuro che può traghettare verso l’altro.
L’educazione alla sessualità e l’educazione alle emozioni vanno narrate a scuola, nella scuola come luogo che praticamente ci porta verso l’altro e nel mondo.
Se sei un genitore o un dirigente illuminato e vuoi affiancare i ragazzi con dei progetti per le scuole che accompagnino nel vivere affettività e sessualità nell’adolescenza, ma anche intelligenza emotiva ed empatia, chiamami!