Adolescenza e genitori: “Non riesco a farmi capire!”, “Non ascolta!”, “E’ egoista!”, “Pare di parlare con il muro!”, “Non pensa prima di agire o pensa troppo!”.
Queste sono alcune delle tante frasi che, come pedagogista familiare accolgo, quando i genitori con un figlio od una figlia adolescente in casa, chiedono il mio aiuto.
Adolescenti immaturi, saccenti, impulsivi, un tantino egocentrici, centrati su sé stessi, per nulla razionali…
Questo è spesso il ritratto di quella fascia d’età che va dai 14 ai 18 anni… A volte anche dai 12 anni.
Il periodo dove ci si sente e, ci si deve sentire, padroni del mondo, dove tutto è possibile e gli ostacoli vanno affrontati con un bulldozer, o anzi, spesso gli ostacoli non vengono neppure visti.
Oppure le difficoltà si incontrano e le si vedono in un modo così “particolare” e “lontano” dal mondo degli adulti che paiono quindi incomunicabili ed inaffrontabili.
Adolescenza periodo difficile: patria della forza e della debolezza, della non comprensione, della scoperta, dei rischi e del diventare grandi.
Adolescenza periodo difficile: luogo dove il pensiero razionale sfugge… Dove tutto è dettato da un turbinio emotivo!
Momento dove si richiedono spazi di autonomia molto maggiori, spesso con modalità non consone.
Dove il genitore non sa che risposte dare…
Se un tempo l’adolescenza era definita “età della stupidera” da “combattere” o a cui non dare peso, oggi questa fase di vita è presa in considerazione in modo molto diverso: le neuroscienze infatti, dichiarano che il cervello adolescente mostra elevata flessibilità a livello cognitivo, neurologico e comportamentale in grado di portare adattamento e sviluppo positivo.
Io, più poetica, la metterei così: “Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante” (Nietzche).
Tutto il fermento adolescenziale serve a crescere
Anche se il rapporto adolescenza e genitori pare, a volte, intollerabile.
Perché, per crescere DAVVERO è necessario scoprirsi, vagliare idee, provare, sbagliare e riprovare.
Contestare chi, fino a poco tempo pareva sapere tutto.
Quello che possiamo e dobbiamo fare, come genitori, è restare sempre presenti anche se ci sembra che le nostre parole siano vane.
Vi regalo alcune immagini che val la pena coltivare nell’essere presente nella vita di un figlio adolescente.
Uno speciale vademecum sul “adolescenza come comportarsi con i figli”.
– Esserne sponda
Continuare ad essere sponda anche se spesso questo fiume adolescenziale si prosciuga o inonda ed allaga tutto ciò che sta attorno.
Essere sponda per contenere, ascoltare, accogliere ma a volte anche limitare e dare dei confini: pochi, ragionati e contrattati.
– Essere presenti
Essere presenti nella vita dei figli non vuol dire “controllori” oppure “amici”, significa condividere esperienze ed essere curiosi di chi sono e cosa fanno i ragazzi d’oggi: curiosi di interessi originali (e per noi sconosciuti) e magari tradurre in italiano uno slang molto originale ;).
A volte presenza può voler dire rendere utile le nostre esperienze di vita o in un settore specifico.
– Essere bilancieri
Portare equilibrio nella vita dei figli: smussare angoli con la dolcezza e costruire ponteggi attorno alle debolezze.
Sapere che l’umore va su e giù (capita anche a noi), e respirare, dei grandi e calmi respiri profondi… provando a sorridere.
– Essere l’altro
E se fossimo stati noi gli adolescenti di oggi? Come saresti stato tu? Ci hai mai pensato?
Spero con questo testo di avere attivato idee nei genitori di oggi, che a volte cercano, a volte fanno fatica.
Se non bastassero vi aspetto in una consulenza pedagogica per adolescenza e genitori, per capire insieme come essere genitori oggi al meglio e come comportarsi con i figli adolescenti!