Prezioso Tempo

In queste ultime settimane mi è capitato in mano un libro che ha segnato gli anni della mia crescita: “Momo” di Michael Ende.

Nel frattempo ne stavo leggendo un altro: “Il tempo del bosco” di Mario Calabresi.
Il Sig. Calabresi non lo sa ma il suo libro, è stato per me, un vero trattato di ecopedagogia e spesso lo consiglio, ai miei studenti, prossimi alla tesi.

Queste due letture sono poi collimate con un bellissimo viaggio nel Natale e nel freddo dell’Alsazia e, con il tempo di vacanza, hanno attivato in me riflessioni sulla detestata velocità, sulla necessità sempre presente di rallentare e di fare spazio ad un tempo diverso che oramai sembra smarrito e sul “viversi Natura” anche in fatto di tempo, in quanto parte di Essa.

Una frase che ripeto spesso ai miei figli è: “Annoiatevi!”.

Loro, i miei figli, per l’età “d’assalto al mondo” la stanno smarrendo la noia e mai l’hanno vissuta come una me bambina! Eppure ne hanno una madre strenua sostenitrice che ha provato più volte ad educarli a ciò.
La mia noia era boccon bocconi su un pavimento fresco, contropeso dell’afa estiva brianzola, a fantasticare, a immaginare fate nelle lampade del girdino, a pensare a che sapore potesse avere l’insalata dell’orto fritta (ci ho anche poi provato, il risultato fu deludente).
La loro noia è spesso un video di youtube o una bella scrollata a qualche social… Forse, da più piccini, hanno contattato fugacemente quella noia capace di attivare sogno, creatività e fantasia e di questo, come mamma ma anche come educatrice, mi dispiaccio moltissimo.

L'”Annoiatevi!” come augurio di oggi, già di per sè prelude ad una vita adulta dove, in quanto tale, saranno subissati da responsabilità (fisiologiche) e mille richieste (di cui almeno una buona percentuale troppo veloci, intromissive e massive) e da bisogni creati dall’urgenza di altri di vender loro qualcosa o di far si che tu faccia un’azione piuttosto che l’altra.
L'”Annoiatevi” di oggi ha il forte valore educativo di attivare una decrescita, un pensiero autonomo ma anche un mantenere necessariamente una sana divergenza dal pensiero e dai bisogni comuni.

Con l’augurio che, quando qualcuno starà provando a rubare loro il tempo se ne accorgeranno e saranno capaci di dire “Stop! A me non va bene. Questo è il mio tempo!!”.

Collegando i miei figli, l’amata noia ed il libro “Il tempo del bosco”, scorro alle parole dell’autore che sottolinea quante patologie ansiose stanno subentrando nei più (o meno giovani) per essere sempre più sul pezzo, sempre più prestanti, sempre invischiati da obiettivi da raggiungere, sempre più necessari di questa o quella formazione… inseriti in un vortice che risucchia e non si ferma mai, che fa sentire sempre più inadeguati.

Anche per questo, da brava idealista, (perchè mi piace pensare ad un mondo migliore), credo sia necessario rieducare al tempo sia i nostri figli ma anche noi stessi!

Rideducare un tempo di valore, più lento, più vissuto nel qui ed ora e non ingabbiato ed incasellato.

Un tempo che ci guidi verso la decrescita felice!


Come?
Con piccoli spunti da integrare nelle nostre giornate.

  • Farci guidare dal tempo giornaliero e stagionale con piccoli accorgimenti: andare a letto prima in inverno e giocarsela maggiormente in estate
  • Iniziare a muoversi fra quarti d’ora di tempo flessibili
  • Dedicare più lancette d’orologio a ciò che piace anche con piccoli escamotage (scendo la fermata di bus prima se amo cammianre)
  • Non incastare impegni “a slot” rigidi: detesto quando esce un paziente da uno studio e ne entra subito un altro.: qualcuno sta facendo un lavoro che non è di cura.
  • Evitare di valutare in base a tempistiche o protocolli rigidi (es: le fasi di sviluppo dei cuccioli o l’acquisizione di competenze secondo standard fissi…)
  • Se vi insegnano una gestione del tempo che vi crea ansia… ecco attenti a non cadere nel vortice… magari state pretendendo troppo da voi stessi.
  • Darsi tempo per guardare i particolari, per ammirare le luci che cambiano, per ammirare, godere di qualcosa…

So che puoi aggiungere altre voci a questo elenco…

Se invece, leggendo tutto ciò ti si è attivata una vocina dentro che dice: “così non riuscirò a portare avanti i miei progetti!” oppure “così non riuscirò ad aumentare i miei guadagni”.. E’ vero.

Io non lavoro per quello, lavoro per un “guadagno nell’essere”, essere e diventare la propria persona, fedele alla propria natura.
Tutto ciò si fa decrescita che porta felicità.

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